Breve Storia del Presepe
di Gennaro D’Ambrosio
La notte del 25 dicembre 1223, quando S. Francesco a Greccio pose accanto ad una greppia, colma di paglia, personaggi rappresentanti la sacra famiglia e un bue ed un asinello, nacque il Presepe.
L’episodio destò tanta meraviglia, che i Padri Francescani furono indotti a ripetere in altri luoghi tale rappresentazione. Anche la ripetizione scenografica da parte di un anonimo allievo di Giotto in un affresco della basilica inferiore di Assisi, in cui compaiono molti elementi che caratterizzarono il primo presepe “ ad litteram”, è il segno di un nuovo interesse religioso ed artistico. La Natività diventò ben presto una delle tematiche principali del mondo artistico. I grandi autori, a cominciare da Beato Angelico, attingendo alle testimonianze evangeliche, sublimarono l’Evento.
Dalla rappresentazione pittorica a quella scenografica il passo fu breve. Cominciò così la lunga storia del presepe ed al primo allestimento fatto intorno al 1259 a Bologna, seguirono quello di Niccolò Pisano (1268) e quello di Arnolfo di Cambio (1283).
Già, ma la parola presepe donde deriva e cosa significa? Nella lingua latina “praesepium” significa appunto mangiatoia, recinto chiuso, greppia; non è difficile intuire come questa parola fosse subito assunta nel linguaggio quotidiano.
Prima del ‘400 nel nord dell’Europa era uso scolpire a rilievo gli altari con scene della Natività. Tali composizioni prendevano il nome di “stalle di Betlemme” in quanto la mangiatoia, sorretta da piedi di legno, era chiamata “stabulum”. Di qui deriva la tradizionale ambientazione della Natività nella stalla, nella grotta, oppure in una capanna. Dal ‘400 a questi elementi si aggiunsero le rovine del tempio che rappresentano le macerie del paganesimo su cui troneggia la luce della nuova religione.
La storia del presepe del ‘500 è povera di spunti interessanti. E’ nel ‘600 che il presepe ottenne la sua consacrazione e Napoli per tutto il ‘700 e l’800 fu punto di riferimento per altre città, anche grazie all’innovazione di Michele Perrone che sostituì i manichini articolati dei pastori con manichini in fil di ferro e stoppa.